“La vie est belle è il nuovo
profumo di Lancôme che promette di essere l’inizio di nuova
era, quella di una donna libera di sentirsi se stessa e di scegliere il proprio
percorso di vita. Ispirata dal capolavoro rimasto a lungo negli archivi della
maison, il “Sorriso di cristallo”, realizzato dal direttore artistico George
Delhomme nel 1949.”
, la nuova fragranza porta la firma di tre grandi profumieri francesi Olivier Polge, Anne Flipo, Dominique Ropion.
Ci sono voluti tre anni e 5.521 versioni prima che nascesse il mix perfetto.
Un’attesa che viene ripagata con un flacone dal design unico e un film
manifesto del talentuoso regista Tarsem Singh. Il risultato della
collaborazione? Un film manifesto di questa nuova era tanto decantata che si
sintetizza con una dichiarazione fatta di grazia, luce e libertà, testimonial della
fragranza l’attrice Julia Roberts.”
Questa è una recensione del profumo, trovata
girovagando sul web. Ora vi dico cosa ne penso io.
La fragranza si apre con note di ribes nero e pera, ha un
cuore di fiore di iris pallida di
Firenze, gelsomino sambac, fiori di arancio e un’avvolgente coda
di fava tonka, vaniglia, pralina e patchouli indonesiano. Non so se la
pralina è una nota di cuore in questo caso, normalmente è usata in questo
senso, peggio se fosse nota di fondo, perché vi giuro io la sensazione di, e
cito testualmente, “una donna libera di
sentirsi se stessa e di scegliere il proprio percorso di vita” non la
percepisco. La mia sensazione è stata quella di aver tuffato il naso nello
zucchero filato del Luna Park e la cosa mi ha infastidito non poco, figurarsi
che amo le fragranze fruttate e dolci, pensate se le detestassi, sarei corsa
fuori dalla profumeria. Ricordo che il creatore di Chanel N. 5, Ernest Beaux,
disse di aver ricreato la sensazione odorosa di una notte su un lago ghiacciato
del Nord, forse Lancôme ha confuso l’orizzonte e la donna dinamica si è ritrovata a fare
un giro alle giostre: tutto può essere, oppure sono prevenuta io, che non amo i
profumi della Maison, tranne il classico Trésor che invece credo sia
stato un punto molto alto nella loro tradizione e, purtroppo mai ripetuto
(alcuni non possono neanche vantarsi di punti alti). Il flacone, nulla da dire
è bellissimo, quasi quanto quello di Trésor appunto, ma sul design Lancôme è
perfetta.
Il mio vero obiettivo (raggiunto) era però, quello di ottenere un tester
di Coco Noir atteso come si attende un pargolo dopo anni di tentativi. Forse troppa
aspettativa la mia, per un attimo ho temuto molto, ma poi annusando tipo cane
da tartufo, ho decisamente valutato che lo standard Chanel è stato ampiamente
rispettato. Lo slogan della campagna
pubblicitaria recita: Dal nero nasce la
luce. E che luce direi…Il creatore, Jacques
Polge presenta le atmosfere di Venezia, quella Venezia barocca e opulenta
che rappresentò il rifugio scelto da Mademoiselle subito dopo la morte di Boy
Capel suo unico amore. Venezia misteriosa, ammaliatrice, sensuale, di una
sensualità elegante ed esclusiva, rispecchio di lusso sussurrato, evanescente e
passionale.
Dopo il fiorito speziato Coco, il più radioso, fiorito-fruttato fresco Coco Mademoiselle, effettivamente Coco Noir è l’esplorazione della seduzione e del lusso. Si impone con
muschi, spezie e gelsomino fresco, poi seguono essenza di rosa, narciso e geranio su un fondo di
fava tonka, vetiver e patchouli. Flacone nero e minimalista in pura tradizione Chanel.
Dopo il fiorito speziato Coco, il più radioso, fiorito-fruttato fresco Coco Mademoiselle, effettivamente Coco Noir è l’esplorazione della seduzione e del lusso. Si impone con
muschi, spezie e gelsomino fresco, poi seguono essenza di rosa, narciso e geranio su un fondo di
fava tonka, vetiver e patchouli. Flacone nero e minimalista in pura tradizione Chanel.
Non so in quanti verranno da me
sedotti mentre indosso questa fragranza, certo è che, io mi sono abbandonata
alla seduzione del nero.
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