giovedì 20 settembre 2012

Chanel e il tailleur


Il tailleur Chanel è decisamente un capo non soggetto allo scorrere del tempo, dallo stile unico e inconfondibile, appare tutt’ora moderno, facile da indossare e personalizzabile a seconda dei gusti specifici di ogni donna. Coco Chanel lo crea per sé e lo indossa per la prima volta nel 1913, ma a più di novant’anni di distanza da quel momento, il tailleur è sempre “giovane”. La sua storia è il racconto di una donna, di una casa di moda, di uno stile e un look che attualmente è reinventato e riattualizzato, senza tradimento alcuno nei confronti dello spirito di Mademoiselle, da Karl Lagerfeld, direttore della maison dal 1983.
Il concetto di abito coordinato ha origine verosimilmente dall’ispirazione di un sarto inglese, John Redfern che lo ideò già nel tardo Ottocento. Il classico simbolo dell’eleganza francese, firmato Coco Chanel, è costruito attraverso un codice preciso. L’idea principale è quella di un abito adatto ad una vita attiva. La comodità rispondeva direttamente a un taglio articolato, che seguiva i giusti spazi in base alle proporzioni del corpo per consentire alla donna un’ampia gamma di possibili movimenti. La realizzazione delle maniche, una vera ossessione per Chanel, era complessa e fondamentale per la buona riuscita della giacca. In linea generale il primo tailleur è aderente al corpo, ma senza mai sottolineare il punto vita; la giacca ispirata al guardaroba maschile è dotata di tasche vere, ampie e comode ed è attraversata da una decorazione intrecciata; le maniche si adattano perfettamente al livello delle spalle; la gamma di colori spazia dal blu navy, al nero, così come al beige, al rosso ciliegia, al rosa e al verde pallido, tutte tonalità che Chanel amava molto. Per ciò che concerne i tessuti, la passione di Coco è il jersey che le consentiva l’uso di un materiale fluido, leggero e dai costi davvero contenuti. Inoltre il jersey veste meravigliosamente e non segna punti che magari vorremmo tenere nascosti.
Coco Chanel trae ispirazione dagli uomini della sua vita, dai loro abiti e dal loro gusto, il più delle volte impeccabile: Étienne Balsan le fa conoscere il mondo dei cavalli e delle corse, Arthur Capel le trasmette la sobrietà e l’austerità tipicamente inglesi, anche per quel che riguarda il suo abbigliamento. Importanti sono anche i luoghi che visita o con i quali resta per lungo tempo in contatto, come il collegio in cui trascorre l’infanzia, le spiagge, le foreste e gli ippodromi.

All’inizio del 1917 i tailleurs Chanel hanno linee fluide e sono composti da giacche lunghe abbinate a gonne dalla lunghezza che giunge al polpaccio: una novità del periodo che garantisce appunto libertà nei movimenti. Gabrielle vuole cambiare la moda, perché sente il cambiamento sociale in atto. Prima di lei, la moda si riferiva per lo più a donne inette e inutili, donne che si vestivano con l’aiuto delle loro cameriere. Le clienti di Coco sono invece donne attive che necessitano di sentirsi a loro agio negli abiti che indossano e poter sollevare le maniche senza timore di sgualcirle. Rifiuta di inserire tasche troppo piccole per essere realmente usate e bottoni solo decorativi; crea solo gonne che non ostacolano la camminata e in seguito accorcia l’orlo. Il tailleur è inizialmente abbinato solo a camicette bianche. La giacca ha il risvolto o il colletto a scialle ed è chiusa da bordature, le tasche, sono grandi e maschili; inoltre è lavorata in pregiato tessuto di maglia, in tweed, in seta o in velluto. 
 
Lagerfeld per Chanel 2012
Nel 1924 Coco si innamora del  tweed mentre è in visita a Londra. Il tweed soddisfava tutti i requisiti da lei richiesti. Quando Coco Chanel fa il suo ritorno nel mondo della moda nel 1954, presenta una nuova generazione di tailleurs che presto diviene lo standard dell’eleganza. Il tailleur degli anni cinquanta consiste generalmente di tre pezzi: una giacca stile cardigan al cui bordo interno è inclusa una catenella dorata, funzionale ad una perfetta caduta del taglio, diventata ormai un marchio di fabbrica della maison; una gonna semplice e comoda, lunga fino al ginocchio; una camicetta il cui tessuto è coordinato al tessuto interno del tailleur per ricreare un’armonia estesa a tutta la silhouette. Gabrielle, con il suo occhio assoluto, come viene definita spesso da Jean Cocteau suo grande amico, scolpisce i vestiti sulle sue modelle, perseguendo la perfezione nella costruzione degli abiti, l’armonia delle proporzioni, l’equilibrio nel modo in cui le linee abbracciano il corpo, proprio come avrebbe lavorato uno scultore greco nel periodo dell’arte classica.

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