domenica 21 ottobre 2012

Rendetele giustizia

Il castagno: rendimi giustizia
Il mio pensiero di oggi va a Carmela morta per un atto d'amore (il suo sì un amore vero) verso la sorella, morta per difenderla da un'ossessione che nulla ha a che vedere con i sentimenti di purezza e lealtà che dovrebbero ispirare gli amori degli adolescenti.
Non voglio fare morale, non voglio fare retorica, ma lasciatemi dire che non mi stupisco più. Dopo aver lavorato con i ragazzi, averli osservati nei loro atteggiamenti troppo adulti, deviati dalla realtà, dai sogni, dalle scoperte, non mi stupisce nulla. Spesso si dice che le donne in nome del femminismo hanno dimenticato la loro natura dolce, remissiva e hanno in qualche modo spiazzato gli uomini che si sono ritrovati senza ruolo. Assurdità per giustificare l'ingiustificabile. Non voglio essere classificata per genere, io sono un essere umano e la differenza non la fanno di certo le mie ovaie: la differenza, il valore dell'individio, la bellezza e l'armonia si concentrano in una crescita sana e guidata. Individuo prima di essere coppia, perchè se non maturiamo nel nostro essere e temiamo la solitudine, cresce qualcosa di malato, di ossessivo, io mi fido di me e cerco l'altro quando ho capito chi sono e cosa desidero. Purtroppo è vero genitori inadatti, società che ti spinge a crescere velocemente perchè ti vuole consumatore ossessivo (e non di libri e cultura), paure, incomprensioni e quello strano maschilismo per cui la donna, che abbia quattordici anni o che sia già la madre dei tuoi figli è tua per diritto, perchè altrimenti come dimostri di essere forte? Attraverso la cultura? La realizzazione del proprio essere? No attraverso il possesso: il possesso delle cose e delle donne. Inorridisco quando vedo ragazzini che si tengono per mano con genitori compiacenti al seguito, no e anche no, quella è l'età degli amori segreti vissuti a scuola o in piazza, o almeno così era per parte della mia generazione. Amori che passano, dolci e vitali: non assassini. Non si possono passare le domeniche dai suoceri a quindici anni e poi pensare che tutto andrà per il verso giusto, non si possono lasciare i figli soli, senza guida, ma letteralmente "pieni" di ogni cosa che si possa comprare e scusate non è retorica è realismo il mio. Forse da ragazzina non avevo l'iphone, avrei tanto desiderato truccarmi a tredici anni (mostro che ero!), uscire di più, ma non mi era permesso e sono cresciuta scoprendo tutto con il tempo e con la sorpresa negli occhi. Ricordo il mio primo amore, figuratevi lo paragonavo al personaggio di un cartone animato, ma gli volevo bene e questo è un ricordo pieno di affetto e tranquillità.
Ho generalizzato, non conosco la storia di Palermo a fondo e non voglio giudicare nessuno, soprattutto due genitori che hanno perso la loro figlia rea di aver difeso con tanto amore la sorella, che lei sì forse voleva vivere la sua giovinezza.
A Carmela e a tutte le donne vittime di questo triste mondo malato, l'unico augurio è quello di ottenere giustizia e di non essere morte invano, sperando che a noi resti da vedere un cambiamento forte e positivo.

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