martedì 2 ottobre 2012

Givenchy pour couture


Parigi: palestra del Licée Carnet si svolge la sfilata Givenchy.

Non non me l’aspettavo così, non perché non mi piaccia Riccardo Tisci, anzi lo stilista italiano è fra i miei preferiti, ma ci aveva abituato ad un’idea di moda sensuale e piuttosto dark, sempre definita in black&white con i bianchi purissimi che incantavano, però nulla di celestiale come ciò che ci presenta oggi. Niente decori e ricami, ma purezza di linee e colori pastello dal celeste al nude, al nero passepartout. Le modelle volano su delicati ed eterei sandali in plexiglass trasparente aleggiando su stupende bluse azzurro cielo trattenute sulle spalle o ai fianchi da sottili barrette in metallo.

 “Sono tornato ai miei codici e a quelli della maison - spiega Riccardo Tisci nel backstage - a me piace la grafica, il rigore architettonico, l'estrema pulizia delle forme, mentre Hubert de Givenchy negli anni Sessanta ha fatto stupendi modelli couture ispirati dagli abiti delle monache”. In effetti di monacale gli abiti hanno il retrogusto, le linee essenziali e austere che non seducono, ma vestono di stile ed eleganza. Tisci come Guesquiere per Balenciaga e Consuelo Castiglioni per Marni sembra stia lavorando ad un'immagine femminile che parte dalla tradizione della couture e arriva all'evoluzione delle donne di oggi.

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