Parliamo un po' del look Chanel quale simbolo della conquista di
libertà individuale e della modernità.
Coco Chanel rifiuta negli abiti
l’aspetto che non è funzionale alla realizzazione di una vita attiva, non in
riferimento alle altre donne, ma sempre prendendo come primo metro di paragone
se stessa e i propri bisogni, la propria vita attiva e decisamente “maschile”.
Sente di vivere la vita in linea con quel dato momento storico e in
quest’ottica crea la moda del suo secolo, cioè in relazione alle esigenze
socio-culturali del periodo. La vita attiva e l’abbigliamento maschile, punti
di riferimento per le creazioni Chanel, paradossalmente acuiscono la
femminilità delle donne che indossano i suoi capi. Il jersey, i
pantaloni, la marinara, i capelli corti fanno parte di un gioco di inversione
di significati e significanti, grazie al quale Coco Chanel ha dotato se stessa
e le donne che scelgono il suo look di un’identità femminile assolutamente
specifica. In pratica la Chanel propone da un lato la
definizione di una certa femminilità esaltata per paradosso e dall’altro un
discorso sulla libertà ricercato come oggetto di valore dalla donna che
possiede quel tipo di femminilità.
Il total look di Chanel si può definire concretamente, come una silhouette,
una forma sensibile che si dispiega nello spazio. La scelta dei materiali, le
luci e le ombre provocate dal contrasto fra la diversità dei tessuti, la
combinazione capo e accessorio, la preferenza accordata ad alcuni colori sono
fattori che concorrono a rendere il look una identità fondamentalmente
visiva, dotata di capacità di significazione. La dimensione sensibile
dell’abbigliamento Chanel produce una visione decisamente classica. Chanel,
infatti si preoccupa di delineare con precisione i contorni degli abiti
attraverso l’applicazione di bordature e profili e servendosi di un trattamento
distinto del davanti e del retro dei tailleurs, delle tasche bordate o
ancora, determinando il contatto col terreno in un punto preciso, assicura la distinzione
di un certo numero di piani nello spazio e favorisce una visione frontale del total
look. La visione classica privilegia la linea attraverso contorni netti e
ben delineati; organizza lo spazio attraverso piani distinti e articolati,
frontali rispetto a un osservatore fisso, riconduce l’immagine a una
significazione completa attraverso una forma limitata in se stessa e chiusa.
Una totalità concepita da uno spirito classico si presenta come una pluralità
di elementi che, pur rimanendo distinti devono accordarsi: gli elementi, che
costituiscono parti relativamente indipendenti, sono individualmente
interessanti.
La silhouette Chanel realizza la forma chiusa attraverso la scarpa
e il fiocco sui capelli, isola le forme attraverso i contorni e predilige
materiali e colori in grado di creare una luce assoluta, priva di sfaccettature
barocche. Gli unici elementi barocchi inseriti nella silhouette sono i
gioielli, ma si tratta di particolari ben circoscritti: bracciali, collane e
spille, che non mettono assolutamente in discussione l’ordine classico nel suo
complesso. Questi elementi, di per sé barocchi, non fanno che esaltare, per
contrasto, la visione fondamentalmente classica del total look di
Chanel.
In definitiva, più che parlare di moda, processo connotato storicamente, in
questo caso è doveroso parlare di stile Chanel, poiché la stilista è legata a
una concezione classica non sottoposta al divenire del tempo, ma immutabile.
In un articolo risalente al settembre del 1967, Roland Barthes scrive di
Chanel:
Chanel non scrive con carta e penna, se non nei momenti di ozio, ma con la
stoffa, le forme e i colori. Coco evita alla moda di sconfinare nella barbarie
e la colma di tutti i valori dell’ordine classico: la ragione, la permanenza,
il gusto di piacere senza dover necessariamente stupire. Le creazioni di Chanel
contestano l’idea stessa di moda, intesa come una costante ricerca di
cambiamento e di superamento. Ad ogni stagione la moda distrugge ciò che aveva
amato e ama ciò che distruggerà. Chanel partecipa in misura minore a questo
meccanismo annuale, creando abiti che a livello estetico, resistono allo
scorrere del tempo. Come se l’abito fosse un tema musicale, Chanel aggiunge
delle varianti, ma lascia intatta la struttura principale, la melodia. Ciò che
la moda nega, ovvero la durata, Chanel la trasforma in una qualità preziosa. La
bellezza della donna può essere eterna solo se non si eccede nelle
sperimentazioni e si mantengono alcune costanti, come la ricerca dell’eleganza
e della sobrietà, senza eccessi né ridondanza. Lo chic, sorta di tempo
sublimato, è il valore chiave dello stile Chanel. Tenendo conto di quanto già
detto nel quarto paragrafo del primo capitolo, tale stile può essere definito
“classico”.
Gabrielle Chanel, rispecchia un momento storico, il vivere di un secolo in
cui una minoranza di donne ha avuto accesso finalmente al mondo del lavoro,
all’indipendenza sociale e ha trasposto nel proprio modo di vestire, alcuni
valori maschili, come la distinzione attraverso dettagli discreti, unico lusso
rimasto agli uomini uniformati dal loro lavoro.
Il mio grazie eterno ad una donna straordinaria, ad un genio...
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