venerdì 31 agosto 2012

La moda passa lo stile resta


Parliamo un po' del look Chanel quale simbolo della conquista di  libertà individuale e della modernità. 
Coco Chanel rifiuta negli abiti l’aspetto che non è funzionale alla realizzazione di una vita attiva, non in riferimento alle altre donne, ma sempre prendendo come primo metro di paragone se stessa e i propri bisogni, la propria vita attiva e decisamente “maschile”. Sente di vivere la vita in linea con quel dato momento storico e in quest’ottica crea la moda del suo secolo, cioè in relazione alle esigenze socio-culturali del periodo. La vita attiva e l’abbigliamento maschile, punti di riferimento per le creazioni Chanel, paradossalmente acuiscono la femminilità delle donne che indossano i suoi capi. Il jersey, i pantaloni, la marinara, i capelli corti fanno parte di un gioco di inversione di significati e significanti, grazie al quale Coco Chanel ha dotato se stessa e le donne che scelgono il suo look di un’identità femminile assolutamente specifica. In pratica la  Chanel propone da un lato la definizione di una certa femminilità esaltata per paradosso e dall’altro un discorso sulla libertà ricercato come oggetto di valore dalla donna che possiede quel tipo di femminilità.
Il total look di Chanel si può definire concretamente, come una silhouette, una forma sensibile che si dispiega nello spazio. La scelta dei materiali, le luci e le ombre provocate dal contrasto fra la diversità dei tessuti, la combinazione capo e accessorio, la preferenza accordata ad alcuni colori sono fattori che concorrono a rendere il look una identità fondamentalmente visiva, dotata di capacità di significazione. La dimensione sensibile dell’abbigliamento Chanel produce una visione decisamente classica. Chanel, infatti si preoccupa di delineare con precisione i contorni degli abiti attraverso l’applicazione di bordature e profili e servendosi di un trattamento distinto del davanti e del retro dei tailleurs, delle tasche bordate o ancora, determinando il contatto col terreno in un punto preciso, assicura la distinzione di un certo numero di piani nello spazio e favorisce una visione frontale del total look. La visione classica privilegia la linea attraverso contorni netti e ben delineati; organizza lo spazio attraverso piani distinti e articolati, frontali rispetto a un osservatore fisso, riconduce l’immagine a una significazione completa attraverso una forma limitata in se stessa e chiusa. Una totalità concepita da uno spirito classico si presenta come una pluralità di elementi che, pur rimanendo distinti devono accordarsi: gli elementi, che costituiscono parti relativamente indipendenti, sono individualmente interessanti.
La silhouette Chanel realizza la forma chiusa attraverso la scarpa e il fiocco sui capelli, isola le forme attraverso i contorni e predilige materiali e colori in grado di creare una luce assoluta, priva di sfaccettature barocche. Gli unici elementi barocchi inseriti nella silhouette sono i gioielli, ma si tratta di particolari ben circoscritti: bracciali, collane e spille, che non mettono assolutamente in discussione l’ordine classico nel suo complesso. Questi elementi, di per sé barocchi, non fanno che esaltare, per contrasto, la visione fondamentalmente classica del total look di Chanel.
In definitiva, più che parlare di moda, processo connotato storicamente, in questo caso è doveroso parlare di stile Chanel, poiché la stilista è legata a una concezione classica non sottoposta al divenire del tempo, ma immutabile.
In un articolo risalente al settembre del 1967, Roland Barthes scrive di Chanel:
Chanel non scrive con carta e penna, se non nei momenti di ozio, ma con la stoffa, le forme e i colori. Coco evita alla moda di sconfinare nella barbarie e la colma di tutti i valori dell’ordine classico: la ragione, la permanenza, il gusto di piacere senza dover necessariamente stupire. Le creazioni di Chanel contestano l’idea stessa di moda, intesa come una costante ricerca di cambiamento e di superamento. Ad ogni stagione la moda distrugge ciò che aveva amato e ama ciò che distruggerà. Chanel partecipa in misura minore a questo meccanismo annuale, creando abiti che a livello estetico, resistono allo scorrere del tempo. Come se l’abito fosse un tema musicale, Chanel aggiunge delle varianti, ma lascia intatta la struttura principale, la melodia. Ciò che la moda nega, ovvero la durata, Chanel la trasforma in una qualità preziosa. La bellezza della donna può essere eterna solo se non si eccede nelle sperimentazioni e si mantengono alcune costanti, come la ricerca dell’eleganza e della sobrietà, senza eccessi né ridondanza. Lo chic, sorta di tempo sublimato, è il valore chiave dello stile Chanel. Tenendo conto di quanto già detto nel quarto paragrafo del primo capitolo, tale stile può essere definito “classico”.
Gabrielle Chanel, rispecchia un momento storico, il vivere di un secolo in cui una minoranza di donne ha avuto accesso finalmente al mondo del lavoro, all’indipendenza sociale e ha trasposto nel proprio modo di vestire, alcuni valori maschili, come la distinzione attraverso dettagli discreti, unico lusso rimasto agli uomini uniformati dal loro lavoro.

Il mio grazie eterno ad una donna straordinaria, ad un genio...



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